
Secondo una teoria psicologica, noi esseri umani siamo in grado di capire cosa è giusto se prima abbiamo imparato cosa è sbagliato. A scuola, questa teoria ha effetti concreti sulle lezioni.
In nessun altro luogo come a scuola si cercano e si valutano con particolare attenzione gli errori. In questo modo, gli allievi imparano a gestire le critiche, ad analizzare i loro errori e a imparare dagli stessi per evitare di commetterli di nuovo. Questo, almeno, è quanto accade a livello teorico. Il pedagogista e psicologo svizzero Fritz Oser (1937-2020), professore emerito all’università di Friborgo, ha studiato il comportamento di allievi e insegnanti di fronte agli errori, senza tuttavia chiedersi come gli allievi potrebbero evitarli, perché l’aspetto che gli premeva maggiormente era capire come si comportano gli insegnanti di fronte agli errori.
Basta osservare o ascoltare
Secondo Fritz Oser imparare significa acquisire conoscenze e fare esperienze in maniera attiva, il che può comportare errori. Grazie agli errori commessi, gli allievi comprendono quali sono le loro debolezze e le cose che devono assolutamente evitare. Imparare dai propri errori significa anche riconoscere i propri limiti.
Un tipico esempio di questo processo di apprendimento è la formazione dei piloti. Nel simulatore di volo gli aspiranti piloti imparano soprattutto che cosa non devono fare nelle situazioni critiche per evitare che l’aereo cada o che si verifichi un incidente. Il professor Oser definisce queste nozioni (ossia cosa è meglio non fare o cosa occorre invece fare quando qualcosa non funziona) “conoscenze negative”. Queste nozioni si possono acquisire di prima mano oppure osservando gli errori degli altri o sentendone parlare. Nelle lezioni di educazione stradale alla scuola dell’infanzia, per esempio, un poliziotto spiega ai bambini che attraversando con il rosso si rischia un incidente. Quindi, senza commettere questo errore, i bambini imparano – almeno si spera – a evitare un comportamento sbagliato.
Non trascurare le risposte sbagliate
Che cosa significa tutto ciò per gli insegnanti? Devono essere consapevoli che un bambino impara moltissimo dai suoi errori, ma ad alcune condizioni: deve capire cosa ha sbagliato, come ha sbagliato e correggersi. Questo, però, è possibile solo se gli insegnanti si prendono il tempo e analizzano l’errore. Se un allievo non risponde correttamente a una domanda, non serve a molto passare all’allievo successivo o, peggio ancora, prenderlo in giro davanti agli altri. La cosa migliore sarebbe discutere gli errori con gli allievi che li hanno commessi e integrare nelle lezioni questo tipo di discussioni. In questo modo, crescendo, i bambini diventano donne e uomini creativi, innovativi e responsabili.