
«Vorrei discutere con lei i risultati dei suoi esami del sangue.» Da quando ha sentito il messaggio che il suo medico le ha lasciato sulla segreteria telefonica, Nicole Z. è sotto choc. «Significa che ho una malattia grave? A cosa mi devo preparare?» Nicole è spaventata, pensieri bui le riempiono la testa. Richiamare il medico potrebbe aiutarla a chiarire la situazione, ma è come paralizzata.
Le emozioni possono scatenare forti reazioni fisiche: tremore, palpitazioni, tensioni. Non a torto, il filosofo inglese Thomas Hobbes definì la passione e le emozioni «disturbi dello spirito». Tuttavia, per il nostro sviluppo le emozioni sono un vantaggio in termini di sopravvivenza perché ci spingono a reagire. Quando vediamo per esempio un serpente, il cuore inizia a battere più velocemente, favorendo l’irrorazione sanguigna dei muscoli. Gli ormoni, dal canto loro, garantiscono un apporto ottimale di energia ai muscoli e fanno confluire la nostra attenzione sulla possibile minaccia. In questo modo si creano i presupposti ideali per due possibili reazioni: combattere o scappare.
Non siamo in balìa delle nostre emozioni
«Sono le emozioni a controllare la nostra mente, non il contrario», riassume il neuroscienziato tedesco Gerhard Roth, ma non siamo in balìa delle emozioni. Il modo in cui le gestiamo è in gran parte scritto nei nostri geni. Chi è incline alla rabbia, alla paura o alla tristezza non riuscirà a liberarsi di botto di queste sue caratteristiche. Ciononostante, grazie alla plasticità del cervello è possibile imparare anche in età avanzata a gestire le emozioni. Con esercizi mirati si possono infatti modificare i circuiti emotivi e apprendere nuovi comportamenti.
Sfruttare in modo costruttivo le emozioni
Reprimere o minimizzare le emozioni sarebbe però sbagliato. Così facendo, infatti, non si farebbe altro che aumentare le reazioni fisiche, perché per mantenere la facciata serve molta energia. «Le emozioni non andrebbero considerate avversarie, ma alleate», afferma lo studioso delle emozioni Matthias Berking. Il segreto sta nell’accettare le emozioni o addirittura nello sfruttarle in modo costruttivo.
Gli esercizi di consapevolezza o mindfulness possono essere un punto di partenza per imparare a gestire le emozioni. «La meditazione smussa i picchi emotivi, il che ci impedisce di cadere automaticamente in modelli comportamentali di reazione agli stimoli», spiega lo psicologo Ulrich Ott. Quando una persona trova la sua pace interiore può affrontare più facilmente una conversazione spiacevole, riesce a focalizzarsi meglio e non permette che gli altri la facciano sentire insicura. Chi pratica la meditazione impara a osservare i propri pensieri e a fermarli prima che scatenino emozioni negative.
Letture consigliate:
Ott U., Meditazione per scettici. Scopri te stesso con la neuroscienza, Cesena, Macro Edizioni, 2012.
Berking M., Training emotionaler Kompetenzen, Berlino, Springer Verlag, 2017.