Viva lo sport!

Secondo Winston Churchill lo sport non era solo inutile, ma addirittura dannoso. La realtà, però, è un’altra: fare movimento fa bene alla salute, fortifica il sistema cardiocircolatorio e migliora le difese immunitarie. Ciò vale soprattutto per lo sport di resistenza. Infatti quando la frequenza cardiaca aumenta e il fiato si fa più corto, nel nostro organismo succedono diverse cose: la temperatura corporea sale e vengono rilasciati dei neurotrasmettitori, che poi vanno in circolo nell’organismo, i tessuti malati guariscono più rapidamente, si formano nuove cellule e il DNA viene riparato. L’esercizio fisico accelera quindi i processi di decomposizione e di guarigione nel nostro organismo. Questi processi sono talmente complessi che finora gli studiosi non sono ancora riusciti a capirli fino in fondo, ciononostante si moltiplicano i segnali secondo i quali il movimento potrebbe essere un vero e proprio toccasana per vivere a lungo in buona salute.

Il movimento, quindi, non sarebbe solo in grado di prevenire, ma persino di guarire determinate malattie. In che modo? Rafforzando i muscoli, l’attività fisica previene le tensioni e i mal di testa. Attivando il sistema cardiocircolatorio, diminuisce il rischio di ipertensione arteriosa e di diabete. Anche la sostanza ossea trae benefici dall’esercizio fisico, soprattutto dall’allenamento muscolare, che diminuisce il rischio di fratture e persino di osteoporosi. Secondo alcuni studi, lo sport ridurrebbe persino il rischio di tumori. E le persone già malate di cancro che riescono a fare sport sembrerebbero meglio equipaggiate per combattere la malattia. Inoltre è appurato che il movimento contrasta il sovrappeso, uno dei principali fattori di rischio di molte patologie dell’era moderna, tra cui figurano le malattie cerebrali come la demenza.

Muovetevi di più!
Le organizzazioni attive in ambito sanitario mettono regolarmente in guardia sul fatto che le persone anziane non si muovono abbastanza e che occorre invertire la tendenza. L’intensità e la durata dell’esercizio fisico sono meno importanti della regolarità con la quale ci si muove. Da uno studio condotto dalla Iowa State University, che ha seguito per 15 anni 55’000 persone di età compresa tra i 18 e i 100 anni, è emerso che bastano da cinque a dieci minuti di sport di resistenza al giorno per allungare mediamente la vita di tre anni. Le persone che facevano regolarmente jogging presentavano un rischio dimezzato di contrarre una malattia cardiocircolatoria. Uno studio norvegese che ha coinvolto 5’700 persone anziane è giunto a risultati ancora più sorprendenti: tre ore di attività fisica alla settimana possono allungare la vita di cinque anni, persino tra gli ultrasettantenni.

Un senso di felicità e una memoria di ferro
Come diceva Paracelso, è la dose che fa il veleno. Ciò vale per i farmaci, ma pure per lo sport. Chi si allena troppo duramente e supera di continuo i propri limiti, invece di fortificare il suo cuore lo danneggia per sempre. Meglio allenarsi con misura e far sì che il corpo e il cervello possano approfittare di tutti gli effetti positivi del movimento. L’esercizio fisico, infatti, dà molto di più, in particolare è fonte di gioia. Ciò che molti sportivi descrivono spesso dopo un allenamento è stato dimostrato anche empiricamente: quando ci muoviamo, nel tronco encefalico viene prodotta più dopamina, l’ormone della ricompensa. Nel contempo, aumenta l’apporto al cervello di triptofano, un aminoacido che contribuisce alla sintesi della serotonina. Per questo motivo lo sport viene persino paragonato agli antidepressivi, parecchi dei quali aumentano il livello di serotonina nel corpo, mentre altri la concentrazione nel sangue del neurotrasmettitore BDNF, proprio come accade quando si fa sport. Il BDNF rientra nella famiglia delle neurotrofine, che hanno il compito di creare nuove cellule nervose nel cervello e nuove connessioni (sinapsi) che le mettono in comunicazione tra loro. Da diverse ricerche è emerso che spesso le persone depressive hanno una carenza di BDNF, mentre chi ha molte neurotrofine nel sangue ha frequentemente un ippocampo più grande della norma. Questa regione del cervello, che ha un ruolo importante nell’apprendimento e nel processo mnemonico, tende a rimpicciolirsi con il passar degli anni e lo sport può frenare questa evoluzione o persino invertirla.

È inoltre stato dimostrato che gli allenamenti monotoni, come fare jogging, aiutano a staccare la spina: l’attività nella corteccia prefrontale, il centro del pensiero, diminuisce, mentre aumenta quella delle aree cerebrali deputate alle percezioni corporee e al coordinamento. Grazie a una maggiore irrorazione sanguigna, il cervello si ossigena maggiormente e così ci sentiamo più svegli, abbiamo più energia e riusciamo a concentrarci meglio. Ed è così che subentra quella meravigliosa sensazione di leggerezza data dalla pratica sportiva. Nel contempo il livello di cortisolo (l’ormone dello stress) nel sangue scende, il tutto a beneficio del cervello. Troppo cortisolo, infatti, danneggia la memoria e la concentrazione, e a lungo termine può persino distruggere completamente le cellule mnemoniche. Lo sport fa inoltre aumentare la concentrazione di endorfine nel sangue, il che scatena più ormoni della felicità!

Ma non è tutto: l’esercizio fisico non si limita a prevenire la degenerazione mentale, migliora anche determinate capacità cognitive, come la memoria, l’attenzione, la concentrazione e persino funzioni come il controllo degli impulsi e la capacità di pianificare. Il cervello reagisce in maniera più flessibile e anche chi inizia a fare sport solo in età avanzata riesce a recuperare parte della plasticità giovanile del suo cervello.

Il cervello è il nostro organo più importante: comanda il corpo, i sensi e le emozioni, ma in realtà lo conosciamo poco.

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